La storia di un luogo selvaggio scritta dal duro lavoro dei minatori
Alle pendici settentrionali del Monte Plauris, gli aspetti geologici del territorio hanno costituito per oltre un secolo un concreto riferimento per un’intera comunità: le miniere del Rio Resartico sono state infatti tra le principali fonti di reddito per gli abitanti di Resiutta. Oggi a testimoniare la dura vita dei minatori restano pochi ruderi e gallerie scavate nella montagna con la forze delle sole braccia.
Attraverso il sentiero CAI n. 702 si raggiungono i ruderi del villaggio minerario e un comodo ricovero sempre aperto a quota 895 m slm, mentre salendo ulteriormente per pochi minuti ancora, è possibile visitare il tratto iniziale della miniera, messo in sicurezza dal Parco.
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Area protetta transfrontaliera riconosciuta dalla federazione europea Europarc
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Dalla autostrada A23 “Alpeadria” Palmanova-Tarvisio, uscita Gemona-Osoppo, si prosegue sulla S.S. n. 13 Pontebbana in direzione Tarvisio seguendo quindi le indicazioni locali o in direzione Tarcento-Alta Val Torre lungo la S.S. 646.
L’area è servita dalle linee SAF autoservizi FVG
Dalle stazioni di Tarcento, Gemona del Friuli, Venzone e Carnia si prosegue per le diverse località con il servizio autobus di linea. Per orari e maggiori informazioni consulta il sito di www.trenitalia.com
Il Parco è raggiungibile attraverso la ciclovia "Alpe-Adria"