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MONITORAGGIO DELLA FLORA PERIGLACIALE DEL MONTE CANIN

Il monitoraggio dei cambiamenti climatici è un tema di notevole attualità e si esplica spesso con attività multidisciplinari. La vegetazione del piano alpino è oggetto di numerose indagini sia all’interno di progetti organici sia nell’ambito di singole iniziative.

Nell’area del ghiacciaio del Monte Canin e delle morene antistanti è stato impostato un progetto di monitoraggio che si basa su un disegno sperimentale individuato nell’ambito del progetto Climaparks e replicato durante il progetto Nat2Care. In quest’ultimo caso però sono stati sperimentati anche altri metodi di raccolta dei dati che hanno avuto una prima analisi e che durante il 2020 sono stati discussi in campo con gli specialisti dell’Università degli Studi di Camerino. Obbiettivo delle attività che si sono svolte tra il 2020 ed il 2022 è stato proprio quello di dare continuità ai monitoraggi pregressi, individuare altre modalità di raccolta dati e sviluppare opportune analisi statistiche.

Ambiente_Papaveri sul Canin_Ph Marco Di Lenardo.jpg

Il monitoraggio sulla componente vegetale e in particolare sull’aggregazione delle specie in tipologie di vegetazione e sull’affinità ecologica fra specie stesse si può correlare con quello dei cambiamenti climatici, ma solo con analisi di medio e lungo periodo perché in alta quota tutti i processi biologici ed ecologici sono molto lenti e quindi la risposta stessa di questi ecosistemi è lenta. Inoltre, non sempre è agevole distinguere effetti primari (cambiamenti climatici) da quelli secondari che modificano la copertura nevosa, facilitano magari il deposito di materiale più fine e scoprono nuove aree che possono essere colonizzate dalle specie pioniere. In generale potrebbe si potrebbe che è più rilevante l’avvio di nuove serie primarie di vegetazione tramite ricolonizzazione di aree scoperte dalla neve che l’effetto diretto dei cambiamenti delle temperature medie sulle specie vegetali presenti.

I dati sulla vegetazione si pongono quindi in confronto anche con quelli metereologici e nivometrici che danno la misura dei cambiamenti in atto. Grazie al posizionamento di una stazione metereologica alla base delle pareti del monte Canin a quota 2203, sono raccolti costantemente dati sulle condizioni di temperatura e di innevamento che sono stati anche la base per alcuni articoli scientifici (Colucci & Guglielmini 2014). Al link https://www.aametsoc.org/canin-2203-meteo si trovano numerose informazioni. Una delle più interessanti è la tabella delle temperature valutata su un intervallo di oltre 170 anni e poi su intervalli trentennali. Si osserva subito come vi sia un progressivo e significativo innalzamento delle temperature sia dei mesi invernali che in quelli estivi. Si tratta di aumenti medi significativi che si riflettono anche sulla media annuale che nei 3 trentenni considerati è passata da 0,4 a 1,5 °C. Sono disponibili anche dati relativi all’innevamento (area del Rifugio Gilberti) che, valutati assieme alle temperature, possono fornire interessanti indicazioni sui processi in atto (https://www.aametsoc.org/post/stazione-meteo-canin-report-temperature-anno-2020-e-innevamento-inverno-2020).

Leggi l'articolo pubblicato sul notiziario La Voce del Parco n. 2-2022: clicca qui

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